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Mental coaching e allenamento mentale
Nei precedenti articoli ti ho fatto una panoramica del lavoro dello Psicologo dello Sport, della prospettiva con cui guarda agli atleti e del concetto di Flow dell’atleta quando esprime al massimo il suo potenziale. In questo articolo ti spiego perchè oggi l’operato dello psicologo dello sport viene definito “mental coaching” e quali sono le modalità con cui lavora. Il mental coaching altro non è che “l’allenamento mentale“! e, se ci pensi bene, ogni giorno tu ti alleni mentalmente per essere pronto/a al tuo lavoro; per essere un buon compagno/a per il tuo partner, per essere un buon genitore etc … e quindi conosci bene COSA fare e COME farlo, insomma, se sei arrivato a una certa età vuol dire che qualcosa lo sai pur fare e sarai già allenato ..
e allora perché un programma di coaching mentale potrebbe migliorarti la vita?🙄
Perché, sia che si tratti di sport sia che si tratti di gestione familiare o personale della propria vita, è appurato che sia l’uomo che la donna spendono circa il 35% delle energie giornaliere dietro a pensieri, azioni ricorrenti, emozioni tossiche. Se consideri che quando ti svegli al mattino hai il 100% delle energie e ne sperperi una così grande quantità, pensa a come sarebbe bello se riuscissi ad ottimizzare le energie, incanalandole nella giusta direzione!
Mental coaching e gestione delle energie
Quindi cosa posso fare perché questo 35% delle energie non si disperda?
Come in ogni programma che si rispetti è necessario prima di tutto fare il punto della situazione: le energie si disperdono per la maggior parte dietro a 2 grandi “bacini di dispersione”
- Lavoro (scuola/studio)
- Relazioni
- Sport (?)
Dentro queste tre grandi aree la maggior parte di noi (dis)perde energie, ma in modo diverso
Lavoro
- Nel lavoro sono due i modi con cui dissolviamo risorse: 1) litigando con i colleghi/datore di lavoro? 2) Pensando al lavoro dopo la fine del lavoro. E tu in quale delle tue situazioni ti rivedi di più? Prova a pensarci. Se ricadi nel PRIMO CASO, a meno che che tu non sia soggetto ad atti di Mobbing (bullismo sul lavoro) e quindi dovresti rivolgerti alle istituzioni competenti, allora il tuo focus deve andare sulla comunicazione.
- Infatti ciò che appesantisce a livello mentale del “litigare con colleghi e datori di lavoro” è il non saper gestire queste situazioni. Posto che non possiamo fare in modo che gli altri cambino semplicemente schioccando le dita, non ti resta che guardare a come TU comunichi.
- Esempio: Sei appena arrivato/a sul posto di lavoro e il tuo capo ti dice di sbrigare delle mansioni senza dirti COME farlo. Questo ti fa arrabbiare. La rabbia è un’emozione che porta attacco o chiusura. Entrambe le alternative non sono auspicabili, nel primo caso ti licenziano, nel secondo ci stai male.
- Quindi è utile comunicare in modo diverso: Sign. “x” ha un momento? vorrei dirle che tengo molto al lavoro e all’opportunità di lavorare qui, per me poter imparare da chi ne sa più di me è fondamentale. Per cui se le farò una domanda in più rispetto a ciò che devo fare è solo perchè desidero migliorarmi e fare sempre meglio il mio lavoro”. Questo ti pone in una posizione di accoglienza dell’altro e crea nel datore di lavoro un’immagine di te come persona educata, disponibile e volenterosa.
Il SECONDO CASO è una conseguenza diretta del primo, per cui si tratta di un Iperpensiero legato ad una sensazione di controllo. E qui è importante avere chiare alcune tecniche di gestione del pensiero: Meditazione Mindfulness, Visualizzazione Positiva, Self-Talk. Per iniziare ti è forse necessario un corso o una consulenza.
Relazioni
Le relazioni portano via molta energia. Per lo più il tempo speso dietro a pensieri come “mi ama?”, “mi ama ancora”?, “gli/le piaccio”?, “come posso cambiarlo/a”? etc … richiedono molte energie. Utile sarebbe affrontare ciascuna di queste domande confrontandosi con esse, PORTANDOLE DAL MONDO ASTRATTO DEL PENSIERO A QUELLO VERITIERO DELLA REALTà. Detto così pare facile, infatti molte persone non fanno questo PASSAGGIO FONDAMENTALE perchè hanno timore dei risvolti.
è lecito avere questo tipo di timore perchè ognuno di noi è biologicamente programmato per provare meno dolore possibile, è una tendenza naturale legata alla sopravvivenza. Quindi anche portare fuori i pensieri vuol dire far emergere le paure e questo è difficile da accettare.
Tuttavia è altrettanto naturale per ognuno di noi cercare di tradurre in modo pratico la maggior parte dei problemi: esempio, se non so come cucinare un piatto di spaghetti alla carbonara, andrò a cercare la ricetta per risolvere il problema. Sto traducendo in termini pratici un problema astratto perchè possa essere risolvibile.
Quindi allo stesso modo, nel momento in cui cerchi di affrontare quel “le piaccio”? in termini pratici, per sciogliere il problema dovrò cercare di tradurre in senso pratico quel pensiero assillante e astratto. Se non glielo vuoi chiedere direttamente cerca di capirlo in altro modo, MA FAI DI TUTTO PERCHè QUEL PENSIERO NON RIMANGA ASTRATTO E QUINDI UN PENSIERO PROBLEMATICO CHE TI PORTA VIA ENERGIE.
Sport
Naturalmente anche lo sport porta via energie, ma in modo diverso. In molti praticano sport perchè a fronte di un dispendio di energie, alla base c’è una ricompensa. La vittoria porta sempre con sé una dose di riconoscimento e, quando viene raggiunto, la gioia è tanta che compensa il duro lavoro fatto per arrivare fino a quel punto. Lo sport diventa fonte di stress laddove l’atleta, ad esempio, lavora per avere un riconoscimento da persone dalle quali potrebbe non arrivare mai. In questo caso la prestazione è legata A CIò CHE DEVI RAGGIUNGERE PER FAR CONTENTI GLI ALTRI, NON TE STESSO.
Questo può risultare snervante per l’atleta, e comporta una dispendio enorme di energie che nel tempo causano il BURNOUT.
In questi casi l’intervento dello Psicologo dello Sport è fondamentale per sostenere l’atleta dandogli quegli strumenti utili a renderlo prima consapevole di cosa può fare per ottimizzare le sue energie e poi rendere tutto questo concreto.
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I miei articoli sulla psicologia dello sport
- Psicologia dello sport in pratica
- La psicologia dello sport in pratica: come si lavora
- Lo psicologo dello Sport in età evolutiva